Teatro

'Corpi e confini' al Festival di Rovereto Oriente Occidente

'Corpi e confini' al Festival di Rovereto Oriente Occidente

La trentaseiesima edizione del Festival di Rovereto Oriente Occidente con il titolo "Corpi e confini" va alla ricerca di storie che prendono forma in terre lontane o nelle pieghe del quotidiano, nell'incontro con l'altro o con la narrativa atemporale di Shakespeare, fra Pablo Picasso ed i sobborghi di Pittsburgh e Johannesburg.

Apre la manifestazione uno degli artisti contemporanei più significativi ed eclettici: Jan Fabre (31 agosto-Teatro Zandonai-ore 20,30). In Attends, attends, attends… (pour mon père), assolo dedicato al suo danzatore–feticcio Cédric Charron con cui collabora dal 2000, Jan Fabre affronta il confine terreno per eccellenza: la morte. Evocata nella convinzione che possa rivelare meglio la vita.

Nella stessa giornata due prime nazionali e coproduzioni del Festival nell'ambito del progetto CID Cantieri a sostegno delle nuove generazioni di autori: I would like to be pop di Davide Valrosso e Il coraggio di stare di Tommaso Serratore (31 agosto-Auditorium Melotti-ore 18)

Si prosegue con Romeo & Juliet / Rebellion & Johannesburg, moderna interpretazione di Romeo e Giulietta, nello scenario della subcultura giovanile di Johannesburg, a cura della coreografa sudafricana attiva a Berlino Jessica Nupen (2 settembre-Auditorium Melotti-ore 20,30). Sei uomini e due donne di Moving Into Dance Mophatong, la più importante e longeva compagnia professionale del Sudafrica, offrono la loro fisicità e abilità nell'alternare la danza contemporanea alla street dance.

Varcando i confini geografici si incontrano i corpi liberi, che sprigionano emozioni universalmente riconosciute, messi in azione da Ohad Naharin (3 settembre-Teatro Zandonai-ore 20,30) per la sua Batsheva Dance Company, la compagnia più importante d'Israele. Strutturata in tre parti: Bellus, Humus e Secus, Three incarna l'essenza della sua poetica e la forza contagiosa della sua danza. 

Si prosegue con L'ultima madre di Carla Rizzu e Casual Bystanders di Salvo Lombardo (6 settembre-Auditorium Melotti-ore 20,30), entrambe prime nazionali e coproduzioni del Festival nell'ambito del progetto CID Cantieri a sostegno delle nuove generazioni di autori.
Direttore del Centre Chorégraphique National de La Rochelle dal 2008, Kader Attou convoca sedici straordinari danzatori per costruire la sua opera numero 14. La prima nazionale OPUS 14 va in scena il 7 settembre al Teatro Zandonai alle 20,30. 

Roberto Zappalà, coreografo catanese, riesce come nessun altro a narrare con i corpi la "sua" Sicilia. Con Instrument 1 > (8 settembre-Auditorium Melotti-ore 20,30) porta in scena uno strumento musicale tipico della tradizione, il marranzano (comunemente detto scacciapensieri).

Nella prima nazionale Pavement il coreografo Kyle Abraham (9 settembre-Teatro Zandonai-ore 20,30), volto nuovo della danza made in USA, tratteggia un potente spaccato della vita di strada consumata tra gang rivali e polizia violenta. Lo fa a ritmo di hip hop, con passi di street dance ibridati con le linee pure della modern dance.
Altra prima nazionale è UTT (10 settembre-Teatro Zandonai-ore 20,30), emblematico assolo creato nel 1981 da Ko Murobushi con e per Carlotta Ikeda, che ha permesso di far conoscere la danza Butoh e la sua declinazione al femminile in Europa. Trent'anni dopo la sua nascita, come ultimo gesto prima della prematura scomparsa, Carlotta Ikeda ha trasmesso questo brano a una danzatrice della sua Compagnia, Maï Ishiwata.

Boléro di Ravel torna in scena rivisitato e riscritto per nove danzatori del Ballet National de Marseille (11 settembre-Teatro Zandonai-ore 20,30) che Emio Greco dirige in tandem con Pieter C. Scholten da settembre 2014.

Tutti gli spettacoli e gli appuntamenti del Festival su www.orienteoccidente.it